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Da Scalabis a Santarém

Jardim Portas do Sol
Luogo: Santarém
Photo: Shutterstock_StockPhotosArt
Da Scalabis a Santarém

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Si narra che Ulisse di Itaca, nell’attraversare le terre lusitane, si innamorò di Calipso, figlia del re visigoto Gorgoris. Dall’incontro nacque l’indesiderato Abidis, che il nonno ordinò immediatamente di abbandonare. Messo in una cesta, il piccolo fu gettato nel Tago. Miracolosamente, la cesta risalì il fiume controcorrente e il piccolo fu raccolto da una lupa sulla spiaggia di Santarém, che diede da mangiare e protesse Abidis. Dopo alcune peripezie, il figlio abbandonato fu infine riconosciuto dalla madre Calipso, che ne fece il suo legittimo erede, scegliendo Santarém come capitale del regno. Lo chiamò Esca Abidis (il cibo di Abidis) che, nel linguaggio corrente, si trasformò in Scalabis. Per i romani, il luogo si chiamava Scalabicastrum. Le origini sono rintracciabili ancora oggi nel nome dei suoi abitanti, detti escalabitanos.

Leggenda di Santa Iria
Alla fine del VII secolo, la località ricevette il nome di Sancta Irena, che fu adottata più tardi dai mori come Chantarein o Chantarim, da cui il nome Santarém. Tutto si deve alla storia di Santa Iria.

Iria era una religiosa del convento benedettino di Nabância (Tomar). Vittima della passione della sua guida spirituale, il monaco Remigio, fu obbligata a bere una tisana che le fece gonfiare il ventre, cosa che tutti considerarono una presunta gravidanza. Ma si interessava a Iria anche un giovane pagano, il quale, non potendo ottenere il suo amore, ne ordinò l’uccisione mentre la donna pregava sulla riva del fiume Nabão, un affluente del Tago. Sebbene il crimine fosse venuto allo scoperto e i responsabili si fossero pentiti, fu impossibile ritrovare il corpo della martire, trascinato dalle acque del fiume.

In visita a Santarém, nel 1324, la Regina Santa Isabella, ebbe delle visioni che consentirono di individuare il luogo esatto in cui si trovava il corpo di Santa Iria, giunto dal fiume Nabão alle sponde del Tago, vicino alla città. Quando il re D. Dinis, suo marito, fu informato dei fatti, decise di indicare il luogo della sepoltura con un monumento. Nel 1644, il Senato del Municipio vi collocò sopra una scultura di pietra, in omaggio alla santa. Grazie alla localizzazione del monumento, nel XX secolo fu installato un idrometro, che segnala il livello delle acque del fiume.


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